Dedicazione
Perché celebrare il rito della Dedicazione?
Fin dai tempi antichi, la comunità che avvertiva il bisogno di mettersi in contatto con il suo Dio, cercava un luogo segregato dall'uso comune, in cui egli potesse rendersi presente. Quel luogo, che ovviamente veniva delimitato (sancitus), diveniva perciò 'santo' e ben presto fu destinato ad ospitare il simulacro del dio, ad essere la sua casa. Quell'edificio, una volta costruito, veniva 'dedicato' cioè donato in proprietà alla divinità. Nella Bibbia troviamo il racconto delle feste solenni con cui Salomone dedicò al Signore il tempio di Gerusalemme. In ambito cristiano questo rito assume tutt'altro significato. Il tempio, infatti, non è la dimora della divinità, ma il luogo di riunione del popolo. Non è il luogo che rende santi i convenuti, ma è l'assemblea radunata nel nome di Dio (la Chiesa), che dà il nome e rende santo il luogo. Il punto di partenza d'ogni azione liturgica è la convocazione del popolo di Dio e il suo costituirsi in assemblea celebrante. Quest'aggregarsi per celebrare si attua ovviamente e primariamente al polo (Sede) del presidente Cristo che si rende presente in mezzo ai suoi nella Parola (Ambone) e nel Pane (Altare).
Sono aperte le iscrizioni al pranzo comunitario domenica 4 dicembre in occasione della festa della dedicazione del duomo e del 25° dell'ordinazione sacerdotale di don Dario. Tutte le notizie sul qui sotto.
Immagine dell’altare in lavorazione
LA CELEBRAZIONE DELLA DEDICAZIONE DEL DUOMO E DELL’ALTARE
S. Agostino: “La dedicazione della casa di preghiera è la festa della nostra comunità”,
Il rito della Dedicazione richiama il modello dell’Iniziazione cristiana: come il cristiano, pietra viva del tempio di Dio, viene edificato dai tre sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, così, in immagine simbolica, la chiesa-edificio viene dedicata con riti analoghi, che ne esplicano il mistero: l’aspersione con l’acqua benedetta, l’unzione con l’olio del Crisma, il Sacrificio eucaristico. In tal modo l’edificio sacro diventa simbolo eloquente del mistero della Chiesa, tempio vivo di Dio. Anche le dodici croci consacratorie, collocate sulle pareti, richiamano il mistero della Chiesa cattolica e apostolica.
Il numero dodici è il segno dell’universalità e il richiamo ai dodici Apostoli dell’Agnello (Ap 21, 14). Le reliquie dei Martiri, deposte sotto l’altare, proclamano che la Chiesa è Madre dei Santi. Ecco allora che dai segni liturgici si è condotti al mistero globale della Chiesa una, santa cattolica ed apostolica. Chiesa che cammina nel tempo, che annunzia e prega, che lotta e soffre tra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio.
I lavori per l’adeguamento liturgico hanno coinvolto l’altare, l’ambone e la sede del celebrante. L’altare, mensa eucaristica, è un volume in travertino che è stato scavato e plasmato come la materia delle formelle del Costantini (presenti nel precedente altare in legno) che sono state inglobate lungo tutto il perimetro a costituire un unico elemento plastico. L’utilizzo del travertino, di per sé molto eterogeneo e poroso, ha valorizzato ed esaltato gli scavi orizzontali conferendo una maggiore sinuosità e naturalezza complessiva. Anche la forma del volume è sinuosa e circolare: il parallelepipedo iniziale si modifica e plasma fino a ricordare una forma pentagonale. I due lati corti si aprono leggermente verso l’assemblea e fanno percepire le formelle laterali in modo che possa emergere con più decisione al centro del presbiterio e costituire il punto focale del Duomo. L’ambone, altare della Parola, è stato concepito con la stessa materia e finitura dell’altare e quindi entrerà in “dialogo” con esso. Ha una forma semicircolare non perfettamente simmetrica ed accoglierà al suo interno il lettore conferendogli la necessaria solennità. Ergendosi dalla quota del pavimento dell’aula ed occupando i tre gradini del presbiterio costituirà la parte più avanzata ed “elevata” del luogo della celebrazione. La sede del celebrante è stata posizionata sul primo gradino della scalinata che porta all’altare maggiore. La posizione del celebrante non è in asse con l’altare ma leggermente laterale per mettere in dialogo con l’assemblea. Infine sono state anche realizzate le 12 croci in pietra travertino posizionate sulle pareti laterali.Il progettista dell’intervento è stato l’architetto Stefano Forte.
PARROCCHIA SANT'ANDREA APOSTOLO CORDOVADO
PRANZO COMUNITARIO
in occasione della dedicazione del duomo e del 25° dell'ordinazione sacerdotale di don Dario Roncadin
domenica 4 dicembre 2011 s. messa ore 10.30 pranzo ore 12.00
presso la Palestra Comunale
Le iscrizioni si ricevono fino esaurimento posti disponibili entro domenica 27 novembre presso l'oratorio Mainardi (pomeriggio) e canonica (mattina)
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